Gli studenti espulsi vengono «puniti» con la coscrizione obbligatoria; svelata un’organizzazione criminale di contrabbando di sigarette in Europa: la diaspora della Germania ha organizzato una serie di picchetti contro i partner di Aleksin; il Ministero degli Esteri britannico si è pronunciato in difesa dei giornalisti del «Press Club» bielorusso; il primo violino del Teatro Bolshoi ha raccontato come gli artisti sono stati cacciati dal lavoro
23 dicembre 2020 | BYHelp-Mediagroup
Gli studenti in Bielorussia, per aver partecipato a manifestazioni pacifiche, vengono obbligatoriamente reclutati nel servizio di leva militare
In Bielorussia è in vigore la coscrizione obbligatoria per tutti i maschi di età superiore ai 18 anni. Tuttavia, nella lista delle eccezioni è previsto un differimento dal servizio militare anche per gli studenti degli istituti universitari. Al contrario, se un cittadino maschio adulto non risulta essere studente e si trova nella fascia di età compresa tra i 18 e i 27 anni, è obbligato ad adempiere immediatamente il servizio di leva militare. Per i maschi coscritti, senza un’istruzione superiore, è prevista una durata di servizio di un anno e mezzo. Contemporaneamente, vengono ampiamente sparse notizie sulla dura vita militare e si racconta di casi di abusi su soldati, violazione dei diritti, casi di suicidio e omicidio.
Nell’ottobre di quest’anno, diversi studenti dell’Università tecnica nazionale bielorussa (BNTU) sono stati espulsi per aver partecipato ad azioni pacifiche. In quello stesso istante, hanno ricevuto convocazioni dall’ufficio di registrazione e arruolamento militare. Gli studenti hanno intentato una causa perché ritengono il provvedimento di espulsione illecito. Nel provvedimento non è stato indicato il tipo di violazione esatto per cui sono stati espulsi. L’Università tecnica nazionale bielorussa (BNTU) sta deliberatamente cercando di rallentare i processi di ricorso in modo che i giovani rientrino nel richiamo per il servizio militare obbligatorio in questa campagna di coscrizione autunnale, la quale sembra essere stata appositamente prorogata fino al 1° gennaio 2021. Oggi, almeno quattro studenti, espulsi arbitrariamente dall’università, sono stati portati con la forza nell’esercito. Uno di questi è stato preso proprio al valico di frontiera mentre cercava di lasciare la Bielorussia. Un altro non aveva ancora completato la commissione medica, la quale avrebbe dovuto confermare l’idoneità al servizio o porre restrizioni per motivi di salute per il servizio nell’esercito. Nonostante questa circostanza, il giovane è stato comunque portato a Slutsk per svolgere il servizio militare. Un altro ragazzo ancora ha scritto sul canale Telegram БНТУ 97% («BNTU 97%» N.d.t.) di aver ricevuto una chiamata alle 6 del mattino, dove veniva informato che alle 7 del mattino sarebbe stato preso e portato nell’esercito, senza fornire alcuna spiegazione in merito. Dopo di che, si è perso il contatto con il giovane. Non si sa come verranno trattati questi ragazzi nelle unità militari, né si può escludere un ordine non ufficiale di trattarli duramente. Lukashenko ha ripetutamente minacciato gli studenti di coscrizione obbligatoria o di espulsione dall’università, per la partecipazione alle azioni di protesta.
In un’organizzazione su larga scala del commercio illegale di sigarette, la maggior parte del contrabbando è bielorussa
L’ufficio europeo di polizia, Europol, ha svelato un’organizzazione che gestiva il commercio illegale di sigarette. L’operazione è stata diretta dai dipartimenti doganali di Lituania e Gran Bretagna. Le sigarette finivano sul mercato nero dell’UE aggirando i controlli doganali e provocando ai Paesi perdite fiscali per milioni di euro. Sono stati sequestrati 67 milioni di sigarette e 2,6 tonnellate di tabacco per un valore complessivo di quasi 36 milioni di euro. La maggior parte delle sigarette sequestrate, l’88%, è stata prodotta in Bielorussia. Va tenuto in considerazione il fatto che la capacità produttiva delle fabbriche di tabacco bielorusse è almeno il doppio della richiesta del mercato nazionale. L’unico operatore autorizzato a commercializzare la produzione della più grande fabbrica di tabacco in Bielorussia «Neman» è l’azienda di Aliaksei Aleksin. Lo stesso ha anche aperto una fabbrica di tabacco a Minsk. Aleksin è uno degli uomini d’affari vicini a Alexandr Lukashenko. Nonostante ciò, Aliaksei Aleksin, per ragioni sconosciute, è stato cancellato dagli elenchi finali delle sanzioni dell’UE.
A questo riguardo, la diaspora bielorussa di Amburgo ha organizzato una serie di picchetti contro la società Körber AG, le cui filiali forniscono una gamma di servizi completa alle fabbriche di tabacco in Bielorussia, appartenenti ad Aleksin.
I diplomatici britannici si sono pronunciati in difesa dei giornalisti e dipendenti del «Press Club Belarus» arrestati
Ieri hanno avuto luogo perquisizioni nell’ufficio del «Press Club Belarus» e l’arresto dei suoi dipendenti, tra cui la sua fondatrice Yulia Slutskaya, che è stata arrestata all’aeroporto nazionale subito dopo il ritorno dalle vacanze con la figlia e i nipoti. Successivamente è stato reso noto che il KGB sta verificando eventuali inadempienti fiscali da parte del club, compresa la legalità del ricevimento di ingenti somme dall’estero. Di recente, sullo sfondo delle sanzioni dell’UE imposte al regime di Lukashenko, gli organi di controllo hanno rafforzato i controlli sui fondi in arrivo dall’estero, indirizzati alle associazioni di beneficenza e alle organizzazioni pubbliche in Bielorussia.Il «Press Club Belarus» esiste da oltre cinque anni e fa parte della rete internazionale dei Press Club, quest’anno si è pronunciato a sostegno dei media sottoposti a pressione per le loro attività professionali.
L’ambasciata britannica si è dichiarata preoccupata per le misure adottate dal regime di Lukashenko contro il «Press Club». «Tali azioni, contro un’organizzazione che promuove elevati standard di qualità del giornalismo, sono miopi e sproporzionate, inoltre violano la libertà dei media in Bielorussia» si legge sulla pagina Facebook ufficiale del corpo diplomatico.
Il primo violino del Teatro Nazionale dell’Opera e del Balletto ha lasciato il Paese
Quasi due mesi fa, il Teatro Bolshoi ha letteralmente buttato fuori dalla porta cinque professionisti talentuosi che hanno osato pubblicamente, prima dell’inizio dello spettacolo, esprimersi contro la violenza nel Paese. Erano il direttore d’orchestra Andrey Galanou, il solista Ilya Silchukou, il primo violino dell’orchestra Reghina Sarkisova, i musicisti dell’orchestra Ala Dzhigan e Aliaksandra Potemina.
Reghina Sarkisova, ora ex primo violino dell’Orchestra del Teatro Bolshoi, attualmente abita a Vilnius. Racconta:
«Pensavo che mi avrebbero piantato un richiamo disciplinare, ma licenziare in tronco, senza nemmeno avermi parlato, dopo 26 anni di lavoro come primo violino dell’orchestra… Non ero mica l’ultima persona al teatro. È inimmaginabile. Anche se ho visto e capito che, in questo momento, nessuno è insostituibile nel nostro Paese: hanno perso il lavoro i più grandi esperti e le figure di spicco. Ma non credevo che ciò potesse accadere nel nostro Bolshoi!»
«In sua difesa, e anche in difesa di tutti gli altri musicisti bruscamente licenziati dal teatro, è stata scritta una lettera, firmata da 1.070 operatori culturali del nostro Paese. È arrivata qualche risposta da parte dei funzionari?»
«Nessuna reazione. L’amministrazione a tutti i livelli finge di essere cieca, sorda e muta. Mio marito, che lavorava nell’orchestra come timpanista, con la posizione di maestro concertista del gruppo di percussionisti, ha dovuto lasciare il lavoro subito dopo di me. E lui, addirittura, ha lavorato in questo teatro per 42 anni. E nessuno dell’amministrazione ha nemmeno scambiato una parola con lui, non si sono degnati neppure di parlargli».
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