3 novembre 2020 | ByHelp-mediagroup
Una dei migliori italianisti in Bielorussia, la professoressa associata Natalia Dulina è stata rapita dagli sconosciuti all’uscita dell’Università Linguistica Statale di Minsk (ULSM). Per i bielorussi il «rapimento da parte degli sconosciuti» significa il momento di arresto da parte delle forze dell’ordine che non si identificano in alcun modo e non si presentano mentre portano una persona in un autobus con i vetri oscurati.
Natalia Dulina è una di quegli insegnanti dell’Università linguistica che hanno sostenuto lo sciopero il 26 ottobre 2020. Tre giorni dopo ha ricevuto una chiamata dall’ufficio del personale. Le hanno chiesto di ritirare il libretto di lavoro.
«Ho preso la decisione che non avrei mai scritto una lettera di dimissioni di mia spontanea volontà», dice Natalia. Lavora da 29 anni all’Università Linguistica Statale di Minsk e non vuole dire addio alla professione dell’insegnante.
Natalia è diventata una dei leader della protesta studentesca. Un’insegnante che gode di grande rispetto come lei sarà sempre seguita sia dagli studenti che dai colleghi.
Il 30 ottobre nelle chat studentesche è apparso un messaggio che diceva che Natalia era stata arrestata mentre stava lasciando uno degli edifici dell’Università. Una sua collega dice che la professoressa è stata arrestata da due uomini vicino all’Università: «Uno si è avvicinato, l’altro lo ha fatto di soppiatto».
Natalia è stata portata nel famigerato centro di detenzione temporanea in via Okrestina e vi ha trascorso 3 giorni prima del processo. La richiesta della famiglia di rilasciare Natalia agli arresti domiciliari prima dell’udienza è stata negata.
L’udienza si è svolta online il 2 novembre. Natalia Dulina ha rifiutato l’assistenza legale e di testimoniare. La miglior italianista bielorussa, una insegnante meravigliosa e apprezzata da molti studenti, una persona eccezionale è stata condannata a 14 giorni di arresto ai sensi dell’articolo 23.34 del codice amministrativo (violazione dell’ordine di organizzazione o svolgimento di eventi di massa). Proprio questo è l’articolo in base al quale tutti i bielorussi in sciopero sono stati arrestati fino a poco tempo fa. (Dal 2 novembre le persone contrari al regime di Lukashenko sono condannate secondo il codice penale.)
L’amministrazione dell’Università si è affrettata a rinnegare tutto ciò che stava accadendo spiegando che al momento del suo arresto, Natalia Dulina non era più una dipendente dell’Università. La ragione ufficiale per il licenziamento è stata la sistematica assenza dal suo posto di lavoro.
«In realtà, Lukashenko mi ha licenziato con le sue stesse parole il 27 ottobre. Gli altri stanno gareggiando nell’eseguire i suoi ordini», ha commentato prof.ssa Dulina.
Studenti e professori universitari continuano a sostenere Natalia e a protestare contro la violenza, i soprusi e la repressione. Gli studenti vengono espulsi e arrestati. I docenti vengono licenziati, alcuni di loro danno le dimissioni non volendo sostenere l’ideologia che gli istituti d’istruzione statali sono obbligati a sostenere.
Il 3 novembre i 79 dipendenti dell’Università linguistica hanno firmato un appello collettivo al rettore in cui chiedono un reintegro degli studenti espulsi e dei docenti licenziati.
Inoltre, i firmatari chiedono di fermare la pressione sulla comunità accademica e non impedire le manifestazioni pacifiche.