Il quartier generale di Babariko ha espresso richieste alle autorità
14 agosto 2020, 00:54 | Radio Free Europe / Radio Liberty (RFE/RL)
Il giorno 13 agosto, il capo dell’amministrazione del candidato alla Presidenza della Bielorussia Viktor Babariko Mariya Kalesnikava ha pubblicato sul canale YouTube del suo quartier generale l’appello alle attuali autorità.
Nel suo discorso sottolinea che ora «gli occhi del mondo sono rivolti verso la Bielorussia» e «il mondo intero ci ammira», ed offre il suo aiuto, perché «vuole fermare la violenza contro i bielorussi». Secondo lei, ogni giorno il disaccordo sta guadagnando forza e «ormai abbiamo imboccato una strada senza ritorno»:
«I media scrivono che il popolo bielorusso non perdona la crudeltà del potere attuale, i politici internazionali uno dopo l’altro invitano il presidente in carica a smettere di prendere in giro il popolo. Tutto quello che accade, compresi i giorni di oggi, non può essere valutato solo alle autorità bielorusse», dice Kalesnikava.
Lei si rivolge all’attuale governo con la richiesta di:
- Fermare la violenza contro i manifestanti pacifici, i loro arresti e la reclusione, perché «i bielorussi hanno il diritto di esprimere pacificamente il loro disaccordo, camminare per le strade indossando i braccialetti del colore che preferiscono».
- Liberare immediatamente più di 6.000 prigionieri politici ingiustamente e selvaggiamente incarcerati.
- Mostrare i reali risultati del voto in ogni seggio elettorale su tutto il territorio della Repubblica di Belarus e fornire agli elettori i documenti per il controllo incrociato.
- Inoltre ai sindaci, il 15 e il 16 agosto, si richiede di organizzare manifestazioni pacifiche in ogni città che daranno alle persone l’opportunità di esprimere pacificamente la loro opinione.
Più tardi, il quartier generale di Babariko ha pubblicato su Telegram «tre richieste per il governo attuale». I primi due punti della richiesta coincidono con l’appello di Kalesnikava, ovvero si chiede la cessazione della violenza e la liberazione dei prigionieri politici e di tutti coloro che sono stati arrestati durante le azioni di protesta, mentre il terzo punto chiede l’annuncio di nuove elezioni eque entro il 15 settembre con la partecipazione di tutti i candidati alternativi, sotto il controllo delle organizzazioni internazionali e delle nuove commissioni elettorali.