17 settembre 2020 | TUT.BY
I deputati del Parlamento europeo hanno votato per l’adozione di una risoluzione sulla situazione in Bielorussia, nella quale condannano le attuali autorità del paese, prendono posizione a favore dell’opposizione e propongono di imporre sanzioni contro i vertici bielorussi.
I parlamentari europei hanno votato a favore dell’adozione del progetto di risoluzione, che respinge i risultati delle elezioni del 9 agosto in Bielorussia, le quali, come dice il documento, «si sono svolte con gravi violazioni degli standard internazionali». La risoluzione parla anche di un non riconoscimento di Alexander Lukashenko come presidente della Bielorussia, dopo la scadenza del suo attuale mandato.
La risoluzione approva, invece, l’attività del Consiglio di coordinamento, guidato da Svetlana Tikhanovskaya, chiamato «rappresentanza transitoria del popolo», ed aperto al dialogo con tutte le forze politiche e sociali. La risoluzione invita i vertici dell’UE a supportare il Consiglio e richiede anche il rilascio immediato dei suoi membri, che sono in stato di arresto.
La risoluzione afferma che il Parlamento europeo sostiene il popolo bielorusso e la sua richiesta di elezioni libere ed eque e ritiene, inoltre, necessario risolvere pacificamente la crisi iniziata nel paese, con il sostegno di media indipendenti e rappresentanti della società civile. Il documento chiede, inoltre, l’immediato rilascio dei prigionieri politici e di tutte le persone che sono state arbitrariamente arrestate e sono in stato di detenzione e chiede anche di svolgere un’indagine indipendente su tutti i casi di tortura e sulla morte delle persone durante le proteste.
Inoltre, i parlamentari chiedono, ai vertici dell’UE e dei paesi membri, di sviluppare sanzioni puntuali e severe nei confronti di coloro che sono responsabili di violenza ai danni di civili, della falsificazione delle elezioni e, anche, nei confronti di Alexander Lukashenko e alcuni cittadini russi, che danno supporto al regime stesso.
Il documento contiene un avvertimento contro l’uso di minoranze nazionali, religiose, etniche e di altre minoranze, come oggetto di information warfare, distogliendo così l’attenzione della società dalla falsificazione delle elezioni e dalle successive proteste e repressioni di massa.
Nella risoluzione, il Parlamento europeo ha condannato l’interferenza della Russia negli affari della Bielorussia, in particolare l’invio dei «cosiddetti esperti dei media» al posto dei media statali bielorussi, di consulenti per le strutture militari e per la polizia e chiede, al governo della Federazione Russa, di fermare qualsiasi intervento nei processi interni del paese, per rispettare il diritto internazionale e la sovranità della Bielorussia.
Il documento chiede di non dare sostegno finanziario al regime bielorusso, compresi i prestiti tramite la Banca europea per gli investimenti e la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo, sostenendo, invece, i difensori dei diritti umani, gli attivisti e i rappresentanti della società civile in Bielorussia. Nella risoluzione, si chiede, anche, di sostenere i cittadini bielorussi che chiedono asilo nell’UE e gli studenti espulsi dalle università per la loro attività civile.
I deputati accolgono con favore la proposta dell’OSCE di promuovere l’organizzazione di un dialogo ed insistono, anche, che le autorità bielorusse accettino questa proposta.
Ai paesi dell’UE e alle istituzioni pubbliche si propone di assumere impegni multimiliardari, per finanziare future riforme e ristrutturazioni economiche.
A favore della risoluzione hanno votato 574 deputati, contro 37 e 82 si sono astenuti.
La risoluzione così accettata appartiene, però, alla categoria dei «non legislativi», è, cioè, di natura raccomandativa, non obbligatoria di attuazione da parte delle istituzioni dell’UE e dei governi degli Stati membri, ma funge solo da orientamento politico.