Le proteste non si fermano
9 novembre 2020 | BYHelp-Mediagroup
Attivate i sottotitoli e scegliete la lingua nelle impostazioni del video.
Nonostante le minacce del dittatore di «strappare le mani» e «non prendere prigionieri», la tredicesima settimana di proteste in Bielorussia è stata segnata da molte azioni contro la violenza, gli abusi dell’attuale governo e l’ingiustizia. Nuovi lavoratori, insegnanti, medici hanno aderito allo sciopero. Sono scesi in piazza i pensionati e le persone con disabilità.
Il 5 novembre si è ufficialmente terminato il periodo di legittima permanenza al potere di Aleksandr Lukashenko, e i bielorussi hanno risposto con ennesime azioni durante la Notte di Guy Fawkes.
Domenica dell’8 novembre, giorno tradizionale delle marce di massa, le forze dell’ordine di tutto il paese sono state portate a Minsk e hanno isolato tutti i quartieri centrali della capitale. Gli agenti delle forze dell’ordine facevano di tutto per bloccare le persone che si riunivano. Tuttavia, i manifestanti sono riusciti a organizzare diverse colonne e a marciare per le strade della città.
Le forze dell’ordine sono tornate alla brutale repressione delle proteste paragonabile a quella di agosto. Più di 1.000 detenuti, tra cui le persone conosciute nel Paese: attori, Miss Bielorussia 2008, atleti, professori universitari, medici e molti altri.