Al console polacco è stato chiesto di lasciare il Paese; l’ambasciatore russo ha rifiutato di incontrare il Consiglio di Coordinamento; i bielorussi che hanno ricevuto aiuti dalle fondazioni di solidarietà per pagare le multe dovranno affrontare un processo penale; è apparso un video che mostra come i manifestanti sono stati marchiati con la vernice
9 marzo 2021 | Voice of Belarus
L’ambasciatore russo ha spiegato perché si è rifiutato di incontrare il Consiglio di Coordinamento
L’ambasciatore della Russia in Bielorussia, Dmitry Mezentsev, ha raccontato di aver ricevuto dal Consiglio di Coordinamento (CC) una richiesta di incontro per definire gli ambiti della cooperazione con la Federazione Russa. L’incontro è stato rifiutato perché il diplomatico non capisce cosa sia il Consiglio di Coordinamento, sono «persone che nessuno ha mai eletto, persone che non sono investite della fiducia di milioni di elettori».
L’ambasciatore russo ha paragonato il Consiglio a un’associazione pubblica, alla pari di una «società degli amanti dei libri».
Il Ministero degli Esteri della Bielorussia ha chiesto al console del Consolato Generale della Polonia a Brest di lasciare il Paese
Il Ministero degli Affari Esteri della Bielorussia ha chiesto al console del Consolato Generale della Polonia a Brest, Jerzy Timofejuk, di lasciare il territorio bielorusso. Il 28 febbraio egli aveva partecipato a un evento non ufficiale dedicato alla «Giornata dei soldati maledetti». Il Ministero degli Esteri ha dichiarato che questo gesto rappresenta «una grave violazione degli obblighi della parte polacca nella lotta contro la glorificazione del nazismo».
Il capo del KGB ha cominciato a instillare la paura delle provocazioni nella mente della gente
Alla vigilia della Giornata della libertà del 25 marzo, per la quale è attesa un’altra ondata di attività dei manifestanti, il capo del KGB della Bielorussia Ivan Tsertsel ha raccontato a Lukashenko di presunti piani per destabilizzare la situazione in Bielorussia e dell’aumento delle minacce terroristiche «dal territorio degli Stati confinanti». Dopo l’incontro, ha parlato ai giornalisti di «centri sovversivi», «circoli politici interessati» e dell’arresto di un gruppo di persone armate.
Nel frattempo, i rappresentanti dei partiti e delle associazioni di opposizione hanno presentato oggi una domanda al Comitato esecutivo della città di Minsk per celebrare la Giornata della libertà.
I bielorussi che hanno ricevuto aiuto finanziario per pagare le multe imposte ai sensi dell’art. 23.34 dovranno affrontare un processo penale
È stato avviato un procedimento penale contro diversi membri del team della Fondazione By_Help. Le persone che avevano ricevuto aiuto finanziario da By_Help per il pagamento delle multe vengono convocate per l’interrogatorio al Dipartimento delle indagini finanziarie e al Comitato investigativo. Viene chiesto loro chi ha pagato le multe e come.
Il medico condannato al processo sul caso di «0 ppm» tornerà al lavoro
Artsiom Sarokin, anestesista dell’Ospedale di pronto soccorso della città di Minsk, condannato al processo sul caso di «0 ppm», tornerà a lavorare con i pazienti dal 16 marzo. Attualmente è a casa: si è preso una vacanza per riprendersi dopo la lunga detenzione nei centri di isolamento e per stare con la propria famiglia.
Il medico Artsiom Sarokin e la giornalista di TUT.BY Katsiaryna Barysevich sono stati accusati di rivelazione di segreto medico professionale riguardo lo stato del defunto Raman Bandarenka. Il 2 marzo è stato annunciato il verdetto: il medico è stato condannato a due anni di reclusione in una colonia penale con un periodo di grazia di un anno, mentre la giornalista è stata condannata a sei mesi di colonia penale. Lei rimane nel centro di detenzione.
Oggi si è saputo che il medico chirurgo Dzmitry Kharkau ha annunciato le proprie dimissioni dal Centro Scientifico e Pratico di Chirurgia, Trapianto ed Ematologia di Minsk in segno di solidarietà con Uladzimir Martau, capo dell’unità di terapia intensiva dell’Ospedale di pronto soccorso della città di Vitsiebsk, il cui contratto non è stato rinnovato.
Il regime continua a rovinare la vita delle persone
Un’ulteriore evidenza delle atrocità da parte delle forze dell’ordine nell’estate del 2020 emerge da un nuovo video pubblicato da BYPOL. Mostra la marcatura a vernice di alcune persone arrestate. Gli agenti delle forze dell’ordine lo facevano per identificare i detenuti e per indicare un trattamento speciale per loro. Una pratica simile è stata utilizzata nei campi di concentramento nazisti.
A Minsk, in un procedimento penale per disordini di massa, viene processata la prigioniera politica Aliaksandra Patrasayeva. È accusata di aver costruito barricate, lanciato petardi e aver disobbedito alle richieste legittime delle autorità nella notte tra il 10 e l’11 agosto e nei giorni successivi. L’imputata ha spiegato in tribunale che si trovava nei luoghi in cui si stavano svolgendo le proteste per fornire assistenza medica alle vittime delle azioni delle forze dell’ordine: per medicare ferite e somministrare antidolorifici.
Aliaksandra Patrasayeva è stata arrestata per la prima volta a Minsk nella notte tra il 10 e l’11 agosto. È rimasta nella prigione di Akrestsina per tre giorni, dove, secondo lei, è stata torturata: umiliata, insultata e minacciata di stupro. Aliaksandra ha provato a presentare un’istanza al Comitato investigativo, ma ha ricevuto un rifiuto.
Il tassista di Hrodna Aliaksei Lapa ha attraversato il confine bielorusso-lituano e ha chiesto asilo politico in Lituania. Durante il suo arresto, Aliaksei è stato picchiato brutalmente dalla polizia antisommossa, tuttavia contro l’uomo è stato avviato un procedimento penale per violenza nei confronti degli agenti di polizia. Il 3 marzo avrebbe dovuto comparire presso il tribunale del distretto Kastrychnitski di Hrodna per pronunciare la sua ultima parola e attendere il verdetto del giudice. Il residente di Hrodna era sicuro che sarebbe stato imprigionato, quindi ha deciso di lasciare il Paese.
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